MEMORIE DI UN ANGELO GRANATA di Franco Campora
Era una notte di gioia, era tempo di
grandi trionfi
tornavamo come eroi senza tempo dal
campo lusitano
rombavano forte i motori e il vento
vibrava sulle ali della nostra aquila
nell'aria il profumo delle vittorie,
negli occhi chiusi della nostra pace.
Ogni giovane, ogni uomo, aveva dato
tutto, stremati dormivamo
e la maglia granata intrisa di umori si
cuciva al nostro cuore
sognavamo, come tutti, la vita ci
pagava in abbondanza
dovere tutto a quella maglia era ciò
che ci faceva giganti d'onore.
La mia mamma mi aspettava, come ogni
volta che varcavo le Alpi
sulla porta, con il babbo e la torta
che amavo tanto
mentre io pensavo a Nina, al suo collo
bianco e al suo profumo di panna
avrei presto riabbracciato la mia vita
di gregario, fuori e dentro al campo.
Lo sentivo, eravamo ormai giunti,
presto avremmo disceso la via di casa
sorvolando Torino, l'amata città, del
nostro mito taurino
oltre il verde colle e la chiesa dei
Savoia, fin giù nella piana a rasentare i tetti
già, saremmo tornati al Filadelfia,
nella nostra dimora.
Ma l'aquila non scese giù in picchiata,
una coltre bianca e dannata si avvinghiò
il fiero uccello d'acciaio che ci
portava al nostro nido, si schiantò a Superga, nella dimora di un Dio
tutto finì, per sempre, gioie, amori,
vittorie, tutto
una palla di fuoco arse per lungo
tempo, cancellandoci dal mondo.
Da quassù si vede il mare, non pensavo
che l'aldilà fosse tanto bello
sono felice, sento tanto amore attorno
a me e alla mia squadra
perchè noi non siamo mai morti, noi
siamo solo partiti per la sfida dell'eterno trionfo
e nel cuore dei nostri tifosi, noi
siamo e saremo, per sempre, dei piccoli angeli con le ali granata.