ARDENTE FUOCO di Franco Campora
Odorose
membra riposasti in me
selvaggia
anima di fuoco mai domo
felina
presenza artigliata al mio cuore
avvolgente
spira dei sensi miei.
Bassi i
tuoi liquidi occhi profondi come mari
che
naviganti esausti corrono frusti
che
gusci di fasciame solido squartano in spuma
come
tifoni ormai quieti timori non portano.
Sei
placida calda di corpo allo stremo
di
ferite ormai chiuse di piacere terreno
calore e
fuoco ti hanno vestita
lasciandoti
vinta supina e rapita.
Coppe
colline di morbido muschio
velluti
ciliege due sogni per gusto
fin
anche la piega si cupa si presta
che
ferita di fuoco palude e' ormai desta.
Malìa
dei sensi mi prendi e mi dai
annego
nel mare pece dei capelli tuoi
avvolto
al giunco corpo di sole
irradiasti
raggi di luce segnale d'amore.
Agita in
me l'anima mia
amante
donna giaguaro cuore
che
ferita di striscio contagio prenda
che
passione vulcano di lava piova.
Nel
fondo dei sensi lavato fosti
animo
crudo bruciato dai sensi
che
femmina fulgida luce di sogni
scopristi
davanti ai tuoi occhi ormai insonni.